Vanacore Diana

ASSEGNISTA
diana.vanacore(AT)ipsp.cnr.it

pubblicazioni: Orcid
profilo personale e attività: People
Curriculum Vitae

L’attività di ricerca svolta nel periodo di tesi e tirocinio ha riguardato lo studio di Arbutus unedo L., pianta spontanea della macchia mediterranea, svolto nell’ottica di una sua valorizzazione e possibile incremento della sua coltura, in quanto resistente alle alte temperature, elevate radiazioni solari e alla bassa disponibilità d’acqua. Inoltre, questa specie mediterranea produce una grande quantità di metaboliti secondari nelle sue foglie. Tra questi, i polifenoli, molecole organiche naturali con molteplici azioni benefiche sulla salute dell’uomo, hanno notevole interesse nutraceutico per le loro proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antimicrobiche ed antitumorali. Questa ricerca ha avuto come obiettivo lo studio della coltivazione di Arbutus unedo L. per la produzione di polifenoli dalle foglie e la sua coltivazione sostenibile. Il lavoro svolto è stato, prima di tutto, ricercare un modello ottimizzato per l’estrazione di polifenoli dalle foglie di questa specie, efficiente e poco inquinante, utilizzando una metodologia “green”. In secondo luogo, abbiamo comparato a livello stagionale gli estratti ottenuti dalla coltivazione della specie sotto due regimi irrigui (piante ben irrigate e non irrigate). Tale analisi è stata effettuata in un’azienda agricola dell’alta maremma grossetana, effettuando la raccolta di foglie di Arbutus unedo L. nei mesi di luglio ed ottobre, e monitorando lo stato delle piante tramite contenuto relativo idrico fogliare (RWC), fluorescenza della clorofilla e Dualex® (per misurare gli indici di clorofilla e di flavonoidi). Le foglie raccolte sono state estratte con protocollo ottimizzato per ottenere la massima resa in polifenoli (tramite una modello di superficie di risposta) e successivamente sono state analizzate tramite HPLC-DAD. Attraverso questa sperimentazione siamo riusciti ad ottimizzare l’estrazione dei polifenoli fogliari di A. unedo, diminuendo i tempi necessari all’estrazione e quindi il consumo energetico del processo. Le piante coltivate, inoltre, hanno dimostrato di avere una maggior concentrazione di metaboliti nelle foglie ad ottobre a seguito di applicazione dello stress idrico.